lunGrabbe
Il paradigma lunGrabbe
L’interesse centrale di tutto il lavoro realizzato da lunGrabbe in vent’anni di attività è lo spazio inteso come architettura, come costruzione-artificio a cui l’uomo delega la funzione dell’abitare, del mettere a dimora la propria vita in comunione con altri simili/diversi da sé; mettere in discussione l’architettura in questo suo fondamentale paradigma, sublimandolo attraverso l’estetico, il comportamento e l’insubordinazione della prassi irregolare della poesia, è innanzitutto voler far saltare, almeno nelle sue più clamorose contraddizioni, l’insostenibilità della messe sterminata di teorie e progettualità in campo estetico, filosofico e artistico realizzate soprattutto nella seconda metà del novecento in occidente attorno al cartello crisi dell’occidente.
Crisi dell’abitare è soprattutto crisi del vivere giorno per giorno una vita reputata insostenibile nelle sue forme minime e necessarie di scambio, relazionalità e affettività; installarsi invece in tale impossibilità facendone un dogma stabile e irresolubile, ipotizzando pragmatiche sempre da realizzare, è nei fatti la grande condanna intellettuale e morale che tale cartello ha concepito per la cultura contemporanea occidentale e il suo relativo vivere quotidiano comunitario.
Sublimare dunque attività come la pura convivialità all’interno di spazi quotidiani, tramite l’invenzione di un quotidiano estetico alternativo è stato il primo passaggio per lunGrabbe nella creazione delle sue pratiche e delle sue costruzioni visive legate all’architettura.
Il lavoro è stato inizialmente realizzato dagli anni 2001 al 2009 attraverso il Teatro d’Architettura, con progetti e forme estetiche che non prevedevano l’utilizzo dello spazio scenico teatrale (palco, platea, ecc..), ma spazi architettonici veri e propri, dai quali scaturivano le scritture sceniche atte a ridisegnare le funzioni elementari degli spazi stessi.
Dal 2010 invece, attraverso l’Abrégé d’Histoire Figurative, eliminata anche la mediazione del performer fra spazio e fruitore-abitante dello spazio, il vero rapporto centrale che viene a crearsi nei lavori di lunGrabbe è quello fra fruitore e spazio architettonico, uno spazio ludico, del meraviglioso, articolato, complesso, sensuale, lirico, ove il fruitore-abitante può muoversi e agire alla ricerca di visioni inedite, rimosse, agognate, magari sempre presenti davanti ai suoi occhi, ma lì disponibili nello spazio per poter esser vissute e toccate.
In questo lavoro sullo spazio,
fondamentale resta l’aver vissuto e lavorato in questi venti anni fra Napoli, la sua provincia e l’intera regione, un territorio che esprime una delle sue più grandi e laceranti contraddizioni proprio nel suo rapporto con lo spazio e le bellezze naturali e artistiche che ospita; un rapporto vissuto essenzialmente nell’abbandono, nella non curanza, ma al tempo stesso vissuto con un attaccamento forte e viscerale riscontrabile in poche altre comunità occidentali, che però nei fatti si traduce in una distruzione e spoliazione quotidiana di uno dei patrimoni artistici e paesistici più importanti del mondo.
Opera infetta o incompleta (opus infectum), spazio e architettura abbandonata, spazio utopistico e architettura della rêverie, flanêrie e dérive dell’attraversamento-visione di mappe mnestiche ed emotive; più che intuizioni liriche o tardo romantiche son dunque da sempre nel lavoro di lunGrabbe i temi da immettere ossessivamente e radicalmente in ogni passaggio, per porre i fari della propria ricerca su alcuni tòpoi forse centrali non soltanto per la città di Napoli e la sua provincia, ma probabilmente per l’intero occidente.
Per dare vita a tale investigazione il lavoro è stato sempre pensato come elaborazione di moduli o praticabili da spendere nell’immediato, soprattutto per ciò che concerne il rapporto fra comunità e spazi pubblici e privati, rapporto fondato e praticato da lunGrabbe non come mero dato estetico da consumare e/o esibire, ma come vera e propria risoluzione est-etica nelle scelte più elementari e necessarie del vivere comune.
Buch der Freunde nasce in occasione dei venti anni di attività di lunGrabbe, sigla nata nel novembre del 1999 a Napoli per volontà del sottoscritto e di Rosaria Castiglione. Il volume contiene scritti e interventi realizzati in occasione di eventi legati al lavoro di ricerca e sperimentazione realizzati da lunGrabbe dal 2001 al 2020; la maggior parte degli scritti qui presentati in ordine cronologico non sono stati mai pubblicati, vuoi per la loro natura di interventi orali nati in occasione di seminari o conferenze, vuoi per contingenze diverse che ne hanno impedito la messa su carta per appuntamenti editoriali che in qualche modo erano stati comunque programmati e fissati, vuoi infine per la specifica caratteristica di testi nati su esplicita richiesta del committente per questa presente pubblicazione.
L’esigenza amicale (Freunde) di un libro (Buch) che ospitasse gli interventi dedicati da poeti, studiosi e artisti al lavoro ventennale di lunGrabbe, nasce in primo luogo come omaggio diretto ad un precedente Buch der Freunde, pubblicato da Hugo Von Hofmannsthal nel 1922.
In secondo luogo il presente Buch der Freunde prende vita come forma di riscrittura di quella stessa idea di dono contenuto nel Buch hofmannstahliano, (in Hofmannsthal intesa come omaggio ad autori affini alla sua scrittura presenti nel volume, con testi selezionati da H. stesso)
qui intesa come ringraziamento e riconoscenza per tutti coloro che hanno allargato l’orizzonte del discorso di lunGrabbe con le loro scritture, le loro idee, i loro espliciti tradimenti-slittamenti; un ringraziamento che qui si vuole poi allargare a tutti coloro che hanno partecipato al lavoro del gruppo con la loro presenza, come collaboratori o come convenuti al singolo evento o iniziativa proposto negli anni.
Il volume è corredato da un apparato di Note che ripercorre la genesi di ogni singolo testo; una Teatrografia-Museografia in senso cronologico del lavoro di lunGrabbe (relativa alle prime esecuzioni dei lavori selezionati in questo volume) che rende agile la collocazione di ogni singolo evento con il testo raccolto in questo volume; una Bibliografia dei volumi relativa all’attività del gruppo; una breve biografia (BioAutori) di ogni autore presente in questa pubblicazione con un proprio testo.
In appendice invece trovano spazio le partiture inedite di tre performances, ovvero POEMA VISIVO 1976, Due Distici (nata a Parigi in collaborazione e in complicità con Jean-François Bory) e Hypno-Mnemata.
La struttura e l’indice (con alcune variazioni) ricalcano il precedente volume Alcune Architetture di Napoli 2003-2013. Il teatro di lunGrabbe nelle architetture napoletane (a cura di Raffaella Morra e Loredana Troise, disegni di Rosaria Castiglione, edizioni Morra/e-m arts, Napoli 2014); i due volumi possono essere letti in maniera speculare ed offrono una ricchezza di riferimenti che restituiscono, almeno in parte, la complessità e la densità di venti anni di incontri, visioni e affettività.
Napoli, marzo 2020 Domenico Mennillo