lunGrabbe
Locandina
OPUS INFECTUM
poema-concerto
dai poemi di Domenico Mennillo
e dalle musiche di Marco Di Palo
ideazione e poemi Domenico Mennillo
violoncello, basso elettrico e loopo station Marco Di Palo
primo performer Domenico Mennillo
secondo performer Marco Di Palo
libro d’artista Rosaria Castiglione
libro Bibliopolis
documentazione fotografica Gianfranco Irlanda
documentazione video Alessandra Carchedi
coordinamento generale Katia Bazzocchi e Franaco Rendano
partecipazioni Stefania Russo e Francesca Scuotto
realizzazione lunGrabbe
in collaborazione con N-UP, Carlo Rendano Association e Lanificio 25
produzione Forum Universale delle Culture 2013
Napoli, Lanificio, 18 settembre 2010; in occasione di “Viaggio di Ritorno”
evento realizzato nell’ambito del Forum Universale delle Culture 2013.
Notizia su OPUS INFECTUM
“OPUS INFECTUM” è il titolo di un poema-concerto realizzato negli spazi dell’ex Covento di S. Caterina a Formiello, divenuto poi Lanificio e oggi affascinante edificio plurisecolare in parte privato, in parte acquisito e lasciato al completo abbandono dalle Istituzioni pubbliche.Il poema-concerto fu realizzato in uno spazio al pian terreno ai tempi indirizzato come forestreria per artisti in residenza presso l’attiguo Lanificio 25 di Franco Rendano; l’intero concerto-installazione, realizzato dai poemi di Mennillo e dalle musiche originali di Di Palo, fu imperniato sulla suggestiva intuizione di sfruttare i due soffitti a volta presenti nelle due stanze. La musica e i poemi venivano eseguiti in una stanza liddove erano presenti i convenuti, la diffusione meccanica dell’audio invece veniva realizzata nella stanza attigua e fatta filtrare dallo spazio della porta e dalla finestra al piano superiore. Il suono totale percepito dai convenuti e dai due artisti che la realizzavano, era dunque la risultante totale dei suoni percepiti live dalla prima stanza e dalla diffusione meccanica della seconda.
L’impressione dell’ascolto era di grande purezza sonora, col suono tutto che rimaneva sospeso sui soffitti e con l’orecchio che inseguiva verso l’alto il suono e la vista a riposare sulle luci soffuse della stanza.
L’idea di fondo del poema-concerto invece era la realizzazione di un piccolo rito (per spazi architettonici minimi) come presentificazione della scomparsa in Italia della dimensione orale-domestica ( di “domus”, spazio dell’intimità, oltre i convenevoli del vivere conviviale ) della poesia e più in generale come piccolo omaggio performativo alla scomparsa nel panorama italiano, della presenza di un qualche minimo interesse alla vitalità linguistica legata alla sperimentazione e all’innovazione della propria lingua nazionale, destinata, da lingua minore, minoritaria e folcloristica d’occidente, a diventare nel giro di qualche decennio, lingua morta o in disuso presso popolazioni che non siano quelle stesse italiane.
“OPUS INFECTUM. Poemi 1999-2008” invece, è il titolo del volume di Domenico Mennillo (pubblicato presso le edizioni di scienza e filosofia Bibliopolis nel 2010) contenente i poemi scritti per l’appunto fra il 1999 e il 2008,
confluiti negli anni fra performance, installazioni e spettacoli, recuperati cronologicamente nel volume per un discorso incentrato sulla progettualità (“Opus”) nel tempo di una scrittura poetica aperta alle sollecitazioni più disparate e ad una parola che non si vuole mai conclusa, mai esaurita nella sua messa su carta (“Infectum”, come infezione vitalistica del non completabile) e attenta in primo luogo alla dimensione ritmica dei suoi rimandi e dei suoi scenari volta per volta enunciati, per una vita e un destino altro della poesia stessa.
Una poesia che, nel poema-conecerto, prende linfa e invettiva dalle strutture della fabula classica (nel poema “Fabula Rasa”), dai frammenti della filosofia naturalistica di matrice greca (in “Platonopoli”), dalle suggestioni di figure mitiche come quelle di Casanova (in “C.S.S.”) o dai generi tradizionali della pittura e della letteratura occidentale contenuti in “m.d. autobiografia” e in “d.m. polittico”.