lunGrabbe
Trilogia del Teatro d’Architettura
Per la Fondazione di Un AnfiTeatro
percorso saggistico-performativo in 3 movimenti
di Domenco Mennillo
Locandina
lunGrabbe
Per la Fondazione di Un Anfiteatro
percorso saggistico-performativo in 3 movimenti di Domenico Mennillo
I. AnfiBioTeatro
II. Vortici e Rifugi
III. AntiBeckettiana
ideazione, partiture e ricerca musicale Domenico Mennillo
I. ANFIBIOTEATRO… di un pesce che si crede un uomo (primo movimento)
repertorio musica da falò Valerio Sgarra (chitarra e voce)
Giulio Fazio (fisarmonica)
II. VORTICI E RIFUGI (secondo movimento)
III. ANTIBECKETTIANA (terzo movimento)
" Petite Histoire des Poupées 1909-1983"
l'uomo lungo Valerio Michelucci
l'uomo coi ricci Domenico Mennillo
abiti e tessuti Rosaria Castiglione
oggetti e installazioni Paolo Renza
realizzazione scenotecnica Francesco Basile e Giovanni Scurria
fotografia Gianfranco Irlanda
luci Maurizio Vitelli
disegno luci Genni Caruso
produzione lunGrabbe
in collaborazione con Fondazione Morra
con il contributo di Regione Campania, Provincia di Napoli e Comune di Caivano
Prima esecuzione: Napoli, Vigna San Martino, 3 maggio 2003
(dal saggio-brochure "Teatro dei Luoghi 2003 A.T." di Domenico Mennillo e Rosaria Castiglione)
Per la Fondazione di Un Anfiteatro
percorso saggistico-performativo in 3 movimenti di Domenico Mennillo
Percorso di purificazione fisica e gneosologica dalla ricerca e dalla sperimentazione nel tearo inteso come genere e mestiere (qualifica professionale).
Fondazione di un AnfiTeatro inteso come monumento statuale e funebre dove riesumare teatro e arti umani (intese come membra).
L’idea di partenza è l’idea del funereo, di ciò che si è già consumato in altri tempi e in altri modi e che ostinatamente e programmaticamente la ricerca istituzionale di turno inventa come nuovo (ex nihilo nihil) per poter incavare filigrane di incomprensibile inutilità ai fini di qualsivoglia sperimentazione.
I. AnfiBioTeatro… di un pesce che si crede un uomo
C’è uno scrittore che in Italia ha scritto per il mare e i suoi abitanti, inventando inconsapevolmente l’AnfiBioTeatro, riallacciandosi all’origine dell’essere umano come intestino dell’anfibio (uova atipiche); il suo nome è Pier Paolo Pasolini che con le sue opere teatrali di restaurazione borghese si riallaccia al desiderio del pesce di credersi un uomo.
Il rifugio è qui dalla poesia e dalle unità abitative abitudinarie, con l’immersione in due possibilità alternative di abitabilità: 1) Vortice Sonoro = sotterraneo, esclusivamente sonoro e senza luce realizzato con la mistura delle parole del poema "Sì…ma lentamente" di Emilio Villa, passate per rudimentali apparecchi tecnologici (registratori, giradischi, megafoni) e dalla semplice voce a contatto con lo spazio e i corpi circostanti. 2) Vortice Visivo = una rappresentazione visiva dei Fosfeni, entità visive estromesse dal quotidiano per il loro essere subalterne alla luce (Fosfeni sono le macchioline nere, filemi, che si formano tra l’apertura e la chiusura delle palpebre a contatto col sole o con un fascio luminoso forte o dal semplice pigiare delle dita sulle palpebre), accompagnate dalla disarticolazione semantica della riscrittura del poema di Andrea Zanzotto, per l’appunto "Fosfeni". La rappresentazione dei "Fosfeni" verrà effettuata a mano e artigianalmente con ferraglie esili infuocate e volta per volta spente o articolate a figure di Fosfeni più complesse (triplici, geometriche, a incastro ecc…).
III. AntiBeckettiana “Petite Histoire des Poupées 1909-1983”
Negli anni ’40 Beckett viene fortemente impressionato dalla disarticolazione delle serate dadaiste del Cabrate Voltaire e da poeta in cerca di gratificazione si trasforma in affermato drammaturgo della modernità. Le sue opere sono la trascrizione fissa e monotona delle mutevoli e indecifrabili serate dadaiste, sono gli scatti e le nevrosi di un’ansia paleocristiana incredula di fronte al miracolo dell’eterna creazione. A loro volta però alcuni dadaisti, agli inizi del Novecento, vennero colpiti dall’originalità delle proposte delle Serate Futuriste organizzate da Marinetti a Parigi, tra cui spiccava il dramma "Poupées électriques" pubblicato dallo stesso Martinetti nel 1909. AntiBeckettiana allora sarà una griglia di restituzione che parte da una delle ultime opere di Beckett, il teledramma "Nacht und Träume" del 1983, e giunge al bacino originario del prelievo, Marinetti per l’appunto, portando con sé le facce senza maschere di Beckett e le sedie rivolto al viso dei dadaisti; una breve storia di furti e citazioni trasmesse col piglio dell’uomo-fantoccio, spacciato sempre e in ogni caso come proprio figlio legittimo.
da un poema di Domenico Mennillo
dai progetti di Lamont e La Monte Young